Il diluvio di Genova sul prato di Marassi è la cornice dell’ennesima sconfitta del Monza in questa
stagione. Lo sconforto, oltre che la delusione, è la condizione esistenziale che dilaga dentro e fuori
dal campo. Dai tifosi ci sarà sempre il sostegno ma, con l’atteggiamento mostrato dai giocatori,
diventa veramente dura arrivare in fondo ai 90 minuti.

I padroni di casa conquistano una vittoria meritata non solo sul piano tattico. Il Monza è stato
sovrastato fisicamente e psicologicamente, con il Genoa che è stato padrone del campo per tutta la
sfida vincendo ogni contrasto e arrivando per primo sulle seconde palle. Per i biancorossi è degna di
nota solo l’azione che ha portato alla conclusione di Kyriakopoulos, di poco a lato. Da lì in poi il
vuoto cosmico. Il rigore parato da un ottimo Turati poteva servire per dare uno slancio ed invertire
la rotta. Così non è stato. I bagaj hanno continuato sullo stesso binario fino al triplice fischio.

Il cambio in panchina non ha portato la scossa desiderata. La vittoria contro la Fiorentina è stato un
fuoco di paglia, spentosi troppo in fretta. La squadra ha perso due pilastri come Djurić e Pablo Marí
nel giro di una settimana. E negli ultimi giorni di mercato non è da escludere un’altra cessione
eccellente. Gli ingressi in rosa di Urbanski, Akpa Akpro, Leković e Palacios non entusiasmano la
piazza ed alimentano i pensieri negativi.

La retrocessione è ormai un’ipotesi concreta e che non spaventa neanche troppo. L’augurio è che
questa squadra continui a lottare, onorando il torneo e dando battaglia fino a che non sarà la
matematica a condannarla. La sfida casalinga contro il Verona rappresenta molto probabilmente
l’ultimo treno. Di certo con prestazioni come quelle di lunedì sera arrivare fino a maggio potrà
risultare una lunga e crudele agonia per tutti i sostenitori biancorossi.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 gennaio 2025 alle 19:30
Autore: Roberto Sabatino
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