TuttoMonza ha pensato di fare qualche domanda al giornalista Gabriele Majo, ex addetto stampa del Parma dal dal 2004 al 2009 e di nuovo dal 2015 al 2023, e giornalista professionista, direttore del blog stadiotardini.it, in occasione di Parma-Monza, alla guida del nuovo tecnico Salvatore Bocchetti. Ringrazio Gabriele per la sua disponibilità e gli auguro il meglio in merito al recente episodio che ha visto coinvolti lui e la società del Parma Calcio. La censura, soprattutto nel settore dell'informazione, non è una soluzione accettabile.
Che partita si aspetta sabato, visto anche il cambio allenatore sulla panchina del Monza?
“In ottica Parma non la vedo molto bene, perché abbiamo una serie di precedenti con formazioni di bassa classifica e rianimate. Vedi l'Udinese di inizio stagione, tanto per dirne una, il Genoa, il Verona e il Cagliari. Diciamo che sono tutte formazioni più o meno di bassa classifica talune arrivate qui al Tardini da fanalino di coda e poi guarite, e che ora quantomeno respirano un'aria migliore. Curiosamente sono tutte partite casalinghe perse in quello che dovrebbe essere il nostro fortino. L'unico scontro diretto che il Parma è riuscito a vincere è stato col Venezia, ma in trasferta, mentre Monza sarà ospitato al Tardini… Nel calcio, indipendentemente da chi pensa che tutto possa essere governato dagli algoritmi o dall'intelligenza artificiale, il fattore umano è sempre ben presente e va tenuto sempre in debita considerazione. Penso che quella di domenica sia una gara ad alto rischio anche per il Parma. Per il Monza, immagino che l’esonero di Nesta sia la classica scossa che possa far uscire dal periodo nero, indipendentemente dal fatto che secondo me non tutte le responsabilità fossero dell’allenatore. Va da sé però che se c'è da cambiare qualcosa, la cosa più semplice (e questo è un luogo comune, ma d'altra parte è abbastanza vero) è cambiare il mister, non potendo cambiare tutta la rosa...”
Se il Parma dovesse perdere, la retrocessione inizierebbe ad essere un pericolo reale?
“Qualche tifoso un po’ ingrato per quello che è stato il passato ha messo in discussione Pecchia, così come è probabilmente normale che accada dopo tre sconfitte consecutive, con 11 gol al passivo. Pecchia è stato messo in discussione da parte della tifoseria, al di là dei classici tifosi governativi a cui va sempre bene tutto. Vale lo stesso ragionamento che abbiamo fatto per Nesta, credo che il materiale umano, la rosa che ha a disposizione Pecchia (tra l'altro abbastanza ridotta quest'anno da una notevole serie di infortuni, a differenza delle stagioni precedenti, al momento sono indisponibili: Osorio, Circati, Delprato, Valeri; Bernabé, Kowalski, Estévez, Charpentier) agli occhi di parte della critica appariva non allestita perfettamente o perlomeno non completa. Io credo che lui ci metta del suo a non voler perseguire una politica, diciamo così, più “conservativa”, per questa sua voglia di voler sempre ostentare il bel gioco del Parma che solitamente gli riesce, ma ultimamente un po’ meno. C'è chi dice che non ci si dovrebbe snaturare, ma io credo che quando si porta avanti un campionato in cui l'obiettivo è quello di salvarsi tranquillamente e non all’ultimo minuto, anche perché trovando l’Atalanta l’ultima giornata sarebbe comunque difficile, sarebbe meglio pensare prima ad essere concreti centrando il risultato, e non alla mera estetica. Al di là di quella che è la classica diatriba tra risultatisti e giochisti, io credo che la mission sia dovrebbe essere sempre quella di portare a casa i tre punti. Questo in qualsiasi posizione del campionato a meno che non si giochi per il decimo posto. Se l'obiettivo è salvarti e mantenere la categoria, non credo che il must sia dover far vedere per forza il bel gioco. Dobbiamo anche considerare che di questi 15 punti il Parma non dico la maggior parte, ma circa la metà li ha fatti con le squadre di alta classifica tipo il Milan, la Lazio e la Juventus con cui ha pareggiato. Poi però ti ritrovi a perdere tutti gli scontri diretti casalinghi. È vero che i punti è importante farli indipendentemente da chi affronti, ma quelli con le dirette concorrenti, come si suol dire, valgono doppio. Credo che il campanello d'allarme più forte sia suonato col Verona.”
Cosa pensi di Bocchetti? Quali sono le tue impressioni?
“Ti dico la verità, onestamente da allenatore non lo conosco. Perciò non ho fondamentali elementi di giudizio. Certo, non so quanto possa essere il classico profilo da allenatore in corsa, io come allenatore in corsa mi immagino ad esempio Giuseppe Iachini. Per dire, allenatori esperti della categoria e che ti possano portare un risultato concreto. Questa mi poteva sembrare più una scelta da nuovo percorso, una scelta da inizio stagione, però magari mi sbaglio. Conosco meglio Andrea Tarozzi che ha scelto come vice, col quale ho lavorato direttamente a Parma come secondo di D'Aversa, apprezzandolo quale "equilibratore" del mister e per la sua abilità tattica.”
Cosa dice invece dell’esonero di Nesta? Giusta la decisione? Pecchia invece rischia qualcosa?
“Non sono un grosso esperto di Monza, ma da quello che mi era sembrato di vedere la squadra in mano ce l'aveva. Diciamo che la posizione è deficitaria, però cacciato dopo la partita con la Juventus mi pare un provvedimento ingiusto. perlomeno sotto il profilo umano. Un po’ per come è andata la partita, un po’ perché l'avresti potuta pareggiare, anche se dobbiamo sempre ragionare concretamente con quello che è successo. Credo che sia giusta la tua riflessione sul fatto che poteva fare ancora un paio di partite. Tirare una riga a gennaio poteva essere una soluzione… Certo non mi è parso molto sostenuto, ma un po’ abbandonato”,
“Per il Parma c’è pure chi parla di un possibile esonero di Pecchia, in caso di sconfitta coi brianzoli. Gianni Barone, che è il nostro vicedirettore, e più specializzato sul lato sportivo assieme ad altri della mia testata, stanno facendo una campagna a sostegno dell’attuale guida tecnica. Il che significa non dire che è bravo e che è stato fatto tutto bene fino adesso, quanto invece offrire qualche suggerimento che potrebbe essere utile per cambiare le cose, perché è necessario anche in casa Parma farlo, specie a livello di strategia. 15 punti sono sempre 5 più del Monza, ma non ti danno certo la tranquillità, soprattutto per come è stato il cammino. Suggeriamo per esempio un approccio strategico differente, cambiando la difesa passando da quella a due centrali a quella a tre centrali. Oppure potenziare lo stesso centrocampo, che Pecchia si ostina a far giocare a due. Per me dovrebbe essere un po’ meno oltranzista nelle sue scelte, un po’ meno integralista...”
Quale può essere la chiave per fare punteggio pieno sabato, da parte di entrambe le squadre? Chi sono i giocatori più pericolosi? Per il Monza, io ti indico Mota e Maldini.
“Man è senz’altro uno dei più pericolosi, anche se a mio modo di vedere avrebbe bisogno di qualche panchina per ritrovare la forma. Di solito si dice che la forma la trovi giocando, in questo caso per me la troverebbe stando un po’ fuori, perché sta un po’ deludendo le aspettative. Questo pur essendo visto di buon occhio e tenuto in buona considerazione da gran parte della tifoseria. Non ti voglio fare dei nomi per il Monza perché preferisco me li faccia tu (ride, ndr). Nel caso del Parma quello che mi ha sempre stupito in Serie B e che poteva per certi versi funzionare anche in serie A era l'intero meccanismo, che ha delle individualità importanti, però era messo nelle condizioni di poter funzionare al meglio. Adesso ti posso fare il nome di Sohm, che è stato a lungo croce e delizia, forse più croce, dei tifosi del Parma, ma che nell'ultimo periodo è stato l'unico ad essere positivo, avendo fatto una doppietta nella partita col Verona e comunque cercato di mantenere in vita il Parma. Se avessi fatto questo nome a inizio stagione, sarebbero venuti i tifosi sotto casa a urlarmi, si fa per dire, perché qui la tifoseria è molto tranquilla, leoni da tastiera a parte. Ad oggi, comunque, Sohm è il giocatore che sta funzionando al meglio. Il Parma, però, paga oltremodo l’assenza di Bernabé, sicuramente il pezzo più pregiato, e difficile da sostituire non avendone similari in rosa. Ecco, volersi intestardire a giocare ancora come se ci fosse Bernabé, forse è uno dei problemi principali… Così come, prima o poi, andrà risolto il problema dell’allergia per le squadre che si difendono a tre: ben sei sconfitte (Udinese, Genoa, Atalanta, Inter, Verona e Roma) sono arrivate con squadre che giocano così e anche le altre due, Napoli e Cagliari, con allenatori, Conte e Nicola, che hanno nel proprio DNA questo tipo di gioco. Insomma, una vera e propria criptonite…”
Con che formazione giocherà il Parma?
“Pecchia, che è sempre piuttosto imprevedibile come nomi, schiera un 4-2-3-1 che nell’occasione, viste le tante defezioni, e la presenza di primavera tra i possibili convocati, potrebbe essere questo: Suzuki; Hainaut, Leoni, Balogh, Coulibaly; Sohm, Hernani; Man, Camara, Cancellieri; Bonny; ma se desse retta a noi di StadioTardini.it, passando alla difesa a tre, potrebbe schierare: Suzuki; Leoni, Hernani, Balogh; Hainaut, Keita, Sohm, Coulibaly; Almqvist, Bonny, Cancellieri”.
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