Si può retrocedere sul campo in tanti modi: perdendo più partite di tutti, a causa di scelte sbagliate su allenatori e giocatori, per sfortuna, perdendo gli scontri diretti più caldi.

Il modo in cui il Monza sta per congedarsi dalla Serie A dopo tre storiche stagioni consecutive, è di quanto più amaro ci possa essere: se i segnali erano criptici in estate (investimenti esigui), il messaggio è stato svelato a gennaio con un calciomercato più mirato al bilancio che alla questione tecnica.

Dopo l'ennesima sconfitta di ieri a Cagliari, ha fatto breccia il chiaro riferimento di mister Alessandro Nesta al suo attuale gruppo. Un gruppo che lui stesso ha sempre difeso fin qui, ma che ieri ha meritato un forte richiamo: "Bisogna sempre correre a duecento all'ora, altrimenti abbiamo sbagliato lavoro. Ci manca la cattiveria per vincere, bisogna mettere in campo un altro atteggiamento. Bisogna crossare, tentare la giocata, tirare".

Si può tornare a disquisire sulle carenze tecniche di una squadra ampiamente impoverita, ma sul carattere puoi farci poco. Mollare prima della matematica certezza, è qualcosa che fa male al tifoso. Soprattutto se quel tifoso prende e ti raggiunge fino in Sardegna, consapevole della possibile sconfitta, ma desideroso di vedere almeno la "garra" nei suoi calciatori. Quindi torniamo alla domanda nel titolo dell'articolo: quali sono i reali limiti di questo Monza? Una squadra che al massimo ti regge un tempo (è capitato anche al "Ferraris" contro il Genoa a fine gennaio), e dopo si scioglie come neve al sole appena colpita, senza mai dare l'impressione di volerla riaggiustare. Mettici i giovani che devono crescere, mettici gli stranieri che ancora devono ambientarsi, ma il calcio è calcio ovunque e si traduce facilmente in qualsiasi lingua lo si voglia parlare. E qui il Mental Coach ha tanto lavoro da fare...

Due vittorie in trenta partite (di cui solo una allo "U-Power Stadium") gridano vendetta: ma qui, appunto, ci vuole cattiveria. La stagione non era finita a dicembre, e non è ancora finita ad aprile. Sabato arriverà il Como, test provante e partita mai banale: il pallone va morso, la porta va sfondata, si deve correre a duecento all'ora. Chiudere con dignità, poi il testo reset andrà per forza schiacciato con forza.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 31 marzo 2025 alle 13:18
Autore: Roberto Sabatino
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