Un’altra sconfitta interna. L’undicesima nelle ultime tredici gare di campionato. Fino al 30’, anche un bel Monza da vedere, comunque tenace e che dimostra di voler tenere il risultato. Dopo il gol di Helmas ecco che come al solito il Monza non reagisce. Si chiude, perde completamente l’orientamento. Basti vedere Kyria che crossa al nulla o Dany Mota che sembra davvero l’ombra di sé stesso, rispetto a quello visto l’anno scorso. Così come Pedro Pereira che dà solo la palla indietro, o Turati che non si accorge quasi di aver preso gol da Casadei. Sicuramente ci sono segnali positivi rispetto al 4-0 contro la Roma. Abbiamo preso solo due gol, Keita Baldé è stato il migliore dei biancorossi con Turati e la salvezza rimane sempre a quota 9 punti. Certo, senza riuscire a vincere mezza gara è impossibile quantomeno provarci. La sensazione è sempre quella di una squadra che non ha più nulla da dire alla Serie A e che sta soltanto aspettando il verdetto.

Eppure, il paradosso sta nel fatto che anche le altre squadre perdono e la forbice rimane sempre la stessa da diverse gare. L’ultimo treno è dopo la gara con l’Inter, ovvio. Sono quattro scontri diretti di fila (Parma, Cagliari, Como e Venezia), in cui bisogna vincere ad ogni costo. Ecco un’altra nota positiva, il possibile rientro di Pessina in brevi tempi. Non molto, ma almeno una figura che può dare morale. Il Monza non ha perso col Torino per sfortuna, ma perché non c’è un’idea di gioco. Ed io credo che giocare venti partite con lo stesso modulo rischi di aumentare la probabilità che escano certe gare. Ormai si è al punto che si sa che quando gioca il Monza, la squadra di Nesta non vincerà. È difficile crederci e, dopo l’ennesima partita senza la voglia di provare a cambiare il proprio destino, io francamente non ci credo più. E a pagarne sono sempre i tifosi, che anche domenica si sono messi a fianco della squadra, nonostante tutto. Loro sono i veri vincitori di questa stagione da dimenticare. Per provare a ripartire da qualcosa di nuovo e che possa cancellare tutto quello che c’è stato di sbagliato sin qui.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 03 marzo 2025 alle 13:47
Autore: Filippo Pelucchi
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